Сronologia 4

testo tradotto in italiano da Claudio dell'Orda

This Italian translation of the fragments of the 4-st volume by Anatoly Fomenko was done by Claudio dell'Orda from the English edition: 
A. T. Fomenko, T. N. Fomenko, V. V. Kalashnikov, G. V. Nosovskiy
History: " Fiction or Science?"
THE CHRONOLOGY OF RUSSIAN HISTORY.
NEW CHRONOLOGY AND CONCEPTION OF BRITISH HISTORY. ENGLAND AND RUSSIA (OR THE HORDE).
THE CHRONOLOGY AND GENERAL CONCEPTION OF ROMAN AND BYZANTINE HISTORY

Capitolo 10: La Russia e la Turchia come due parti di un Impero precedentemente unito

 

1. Introduzione.

Secondo la nostra ricostruzione, fino al XVII secolo, sia la Russia che la Turchia facevano parte di un unico stato denominato il Grande Impero Mongolo. Ci sono riferimenti diretti a questo fatto in numerose fonti, vedi sopra. Ci sono anche molti dati che confermano indirettamente questo fatto. È noto, ad esempio, che i cosacchi di Zaporiggia emigrarono liberamente tra la Russia e la Turchia, servendo sia lo zar che il sultano, non considerandolo un tradimento. I rapporti tra Russia e Turchia devono essersi deteriorati per ragioni che non hanno nulla a che fare con la religione. Prima dei Romanov, in Russia non ci sono mai state persecuzioni ai danni dei musulmani; nemmeno i turchi perseguitarono i cristiani ortodossi. Molto probabilmente, le vere ragioni sono state ben diverse. Come stiamo cominciando a capire, la Turchia era la parte del Grande Impero “Mongolo” rimasta inconquistata nel XVII secolo, quando l’ammutinamento della Riforma europea occidentale e una serie di rivoluzioni di palazzo in Russia, avevano portato alla distruzione e alla frammentazione del Grande Impero: la Russia, ossia l’Orda. I Romanov, figli degli ammutinati vittoriosi, presero il potere in Russia e naturalmente cercarono di conquistare la Turchia, ex alleata della Russia. Non appena i Romanov sentirono stabilizzata la loro posizione, iniziarono una serie di lunghe guerre con la Turchia. Il concetto che i due paesi sono avversari da tempi immemorabili per motivi religiosi, deve essere stato introdotto dai Romanov come base ideologica per le loro campagne contro la Turchia.

Secondo l'odierno ricercatore B. Kutuzov ([457]), il famoso scisma della Chiesa russa del XVII secolo, fu il risultato del desiderio di conquistare Costantinopoli, nutrito dallo zar Alessio Mikhailovich Romanov. Kutuzov è dell'opinione che lo zar avesse deciso di avvicinare i costumi ecclesiastici russi dell'epoca, a quelli della Grecia e di Costantinopoli, per preparare ideologicamente la conquista. La sua corte deve aver ritenuto necessario far sembrare la conquista russa di Costantinopoli la “liberazione dei compagni di fede” ([457]). I Romanov avevano deciso di utilizzare il metodo occidentale per dare alla guerra seminale una parvenza di “crociata contro gli eretici”. Ciò però non corrispondeva né alla tradizione russa (mongola) di tolleranza religiosa, né ai costumi della Chiesa russa. Le riforme religiose promosse dai Romanov portarono ad uno scisma. La conquista di Costantinopoli, o Istanbul, si rivelò un fallimento.

Sottolineiamo anche che la famosa guardia d'élite turca del Sultano, conosciuta come i giannizzeri, era composta per la maggior parte da slavi balcanici, vedi sopra. L'opinione comune secondo cui sarebbero diventati prigionieri dei turchi nella prima infanzia, è alquanto errata. Il reclutamento di un decimo della popolazione civile era una consuetudine comune in Russia; quelle reclute divennero cosacchi. A quanto pare, una tradizione simile esisteva in Turchia: la “prigionia infantile” non ha assolutamente nulla a che fare con essa.

 

 

2. La mezzaluna con la croce o la stella sugli antichi stemmi delle città russe.

La stella e la mezzaluna erano l'antico simbolo di Zar Grad, ossia Costantinopoli. Questo fatto è risaputo ([882], pagine 178-179). Successivamente, questo simbolo venne associato all'Islam e oggigiorno è percepito come un simbolo esclusivamente musulmano. Tuttavia, fino al XVII secolo, la stella e la mezzaluna decoravano anche la gigantesca cattedrale cristiana di Santo Stefano a Vienna. La mezzaluna fu rimossa dalla guglia della cattedrale solo nel 1685; oggi è esposta al Museo di Vienna (vedi Cronologia6 per ulteriori dettagli). La stella all'interno della mezzaluna, un tempo era una versione della croce cristiana. Le croci a forma di stella (esagonali e ottagonali) erano comuni nell’iconografia medievale. Ad esempio, tali stelle cruciformi possono essere viste sulle pareti della famosa Cattedrale di Santa Sofia a Kiev. Ciò rende la croce e la mezzaluna che si vedono sulle cupole delle chiese russe e la mezzaluna turca con una stella cruciforme, due versioni dello stesso simbolo cristiano, che deve essersi evoluto diversamente in Russia e in Turchia. Dopo la frammentazione dell'impero nel XVII secolo, i simboli furono distribuiti di conseguenza: i Cristiani mantennero la croce, mentre la stella e la mezzaluna furono adottate dai Musulmani e la stella a sei punte dai Giudei.

Ciò ci porta alla domanda se il simbolo della mezzaluna sia presente da qualche parte negli stemmi dell'antica Russia, ad esempio in quelli delle città russe. La maggior parte dei lettori deve essere dell'opinione che in Russia non si sia mai visto nulla di simile, in ogni caso oggi è difficile trovare stemmi del genere.

Passiamo tuttavia all'opera fondamentale ([162]) che tratta degli stemmi delle città e dei paesi russi riportati nella Collezione Completa dei Documenti Legislativi dell'Impero Russo tra il 1649 e il 1900. Il libro ([162]) indica la data di ratifica per ogni stemma. La maggior parte di essi appartengono all'epoca del XVII-XIX secolo; tuttavia, è stato riferito che la maggior parte degli stemmi attuali risalgono ad epoche precedenti. Si scopre che la mezzaluna era effettivamente un dettaglio comune degli stemmi dell'antica Russia, e spesso era molto evidente. Ad esempio, gli stemmi di diverse città della regione di Chernigov, sono costituiti da una mezzaluna con una croce al suo interno, spesso accompagnata anche da una stella. Ecco alcuni esempi:

1) La città di Borzna nella provincia di Chernigov. Lo stemma fu ratificato il 4 giugno 1782. Vediamo una grande mezzaluna d'argento con al suo interno una croce d'oro a quattro punte su campo rosso, entrambe di uguali dimensioni. I colori potrebbero essere stati modificati nel XVIII secolo; è possibile che sia la croce che la mezzaluna un tempo fossero dorate (vedi fig. 10.1).

2) La città di Konotop nella provincia di Chernigov. Lo stemma fu ratificato il 4 giugno 1782. È praticamente indistinguibile dallo stemma di Borzna: vediamo ancora una volta la croce e la mezzaluna. Inoltre, proprio accanto alla croce c'è una stella, che rende lo stemma ancora più simile al simbolo della stella e della mezzaluna ottomana (vedi fig. 10.2).

3) La città di Zenkov nella provincia di Poltava. Lo stemma fu ratificato il 4 giugno 1782. Vediamo lo stesso simbolo: la croce e la mezzaluna, l'una che tocca l'altra, proprio come la stella ottomana che tocca la mezzaluna (vedi fig. 10.3).

4) La città di Belozersk nella provincia di Novgorod. Lo stemma fu ratificato il 16 agosto 1781. Ancora una volta una mezzaluna con all'interno una croce; viene esplicitamente sottolineato che lo stemma in questione è “antico” (vedi fig. 10.4).

5) La città di Berezna nella provincia di Chernigov. Lo stemma fu ratificato il 4 giugno 1782. Accanto ad altri simboli vediamo due mezzelune e una stella (vedi fig. 10.5).


Figura 10.1. Stemma della città di Borzna nella provincia di Chernigov. Tratto da [162], pagina 16.

Figura 10.2. Stemma della città di Konotop nella provincia di Chernigov. Prestate attenzione alla stella a sei punte, una delle antiche versioni della croce cristiana. Stelle simili, o croci, sono presenti in molti altri stemmi delle città russe di seguito riportate. Tratto da [162], pagina 72.

Figura 10.3. Stemma di Zenkov, cittadina della provincia di Poltava. Tratto da [162], pagina 57.



Figura 10.4. Stemma di Belozersk, città della provincia di Novgorod. Tratto da [162], pagina 22.

Figura 10.5. Stemma di Berezna, città della provincia di Chernigov. Tratto da [162], pagina 12.

Figura 10.6. Il vecchio stemma della provincia di Kostroma. Tratto da [162], pagina XXIV, articolo dal titolo “Una Ricognizione Storica degli Stemmi dei Paesi e delle Città”.

6) Il vecchio stemma della provincia di Kostroma. Ancora una volta vediamo la croce e la mezzaluna; non c'è nient'altro sullo stemma (vedi fig. 10.6). La storia di questo stemma riflette la persistente lotta segreta contro i resti dell'antico simbolismo del Grande Impero Mongolo nel XVII-XVIII secolo. A quanto pare la stella e la mezzaluna erano molto comuni nell'epoca dell'Impero e costituivano uno dei principali simboli imperiali. In Turchia, questo simbolo è sopravvissuto fino ai giorni nostri. Quanto alla Russia, venne combattuto all'epoca dei Romanov, così come le altre reliquie dell'Impero “Mongolo”. La storia dell'antico stemma di Kostroma (la mezzaluna accompagnata da una stella o da una croce) è la seguente (vedere [162], sezione intitolata Gli Stemmi dei Paesi e delle Città. Una Panoramica Storica, pagina XXIV). Nel 1797 l'imperatore Pavel diede un ordine personale per il restauro dell'antico stemma di Kostroma. Potrebbe aver avuto intenzione di restaurare il vecchio impero dell'Orda, o almeno il suo simbolismo. Tuttavia, è degno di nota il fatto che il suo ordine fosse stato sabotato dai suoi stessi sudditi. Un altro ordine personale per il restauro del vecchio stemma di Kostroma fu dato da Nikolai I il 28 novembre 1834. Il vecchio stemma della provincia di Kostroma fu restaurato; tuttavia, fu nuovamente abolito circa 50 anni dopo, il 5 giugno 1878. Di conseguenza, oggigiorno nello stemma di Kostroma non si vede alcuna mezzaluna. Si vede chiaramente che in Russia gli ultimi resti del vecchio simbolismo imperiale mongolo = grande, venivano ostinatamente spazzati via. Se menzionate oggi a qualcuno il fatto che la stella e la mezzaluna Ottomana = Atamana, era uno dei simboli chiave dell'Antica Russia, il vostro interlocutore probabilmente vi guarderà come minimo con sorpresa. Tuttavia, avrebbe più senso restare sorpresi di come i Romanov siano riusciti a distorcere la storia russa in misura così grande. Andiamo avanti.

6) Il vecchio stemma della provincia di Kostroma. Ancora una volta vediamo la croce e la mezzaluna; non c'è nient'altro sullo stemma (vedi fig. 10.6). La storia di questo stemma riflette la persistente lotta segreta contro i resti dell'antico simbolismo del Grande Impero Mongolo nel XVII-XVIII secolo. A quanto pare la stella e la mezzaluna erano molto comuni nell'epoca dell'Impero e costituivano uno dei principali simboli imperiali. In Turchia, questo simbolo è sopravvissuto fino ai giorni nostri. Quanto alla Russia, venne combattuto all'epoca dei Romanov, così come le altre reliquie dell'Impero “Mongolo”. La storia dell'antico stemma di Kostroma (la mezzaluna accompagnata da una stella o da una croce) è la seguente (vedere [162], sezione intitolata Gli Stemmi dei Paesi e delle Città. Una Panoramica Storica, pagina XXIV). Nel 1797 l'imperatore Pavel diede un ordine personale per il restauro dell'antico stemma di Kostroma. Potrebbe aver avuto intenzione di restaurare il vecchio impero dell'Orda, o almeno il suo simbolismo. Tuttavia, è degno di nota il fatto che il suo ordine fosse stato sabotato dai suoi stessi sudditi. Un altro ordine personale per il restauro del vecchio stemma di Kostroma fu dato da Nikolai I il 28 novembre 1834. Il vecchio stemma della provincia di Kostroma fu restaurato; tuttavia, fu nuovamente abolito circa 50 anni dopo, il 5 giugno 1878. Di conseguenza, oggigiorno nello stemma di Kostroma non si vede alcuna mezzaluna. Si vede chiaramente che in Russia gli ultimi resti del vecchio simbolismo imperiale mongolo = grande, venivano ostinatamente spazzati via. Se menzionate oggi a qualcuno il fatto che la stella e la mezzaluna Ottomana = Atamana, era uno dei simboli chiave dell'Antica Russia, il vostro interlocutore probabilmente vi guarderà come minimo con sorpresa. Tuttavia, avrebbe più senso restare sorpresi di come i Romanov siano riusciti a distorcere la storia russa in misura così grande. Andiamo avanti.

Figura 10.7. Stemma di Uralsk e dell'Oblast di Uralsk. Tratto da [162], pagina 157.

Figura 10.8. Stemma di Staro Konstantinov, cittadina nella provincia di Volynsk. Tratto da [162], pagina 143

Figura 10.9. Stemma di Tsarev, cittadina della provincia di Astrachan. Tratto da [162], pagina 163.

Figura 10.10. Stemma della provincia di Orenburg. Tratto da [162], pagina 186.

Figura 10.11. Stemma di Chougouyev, cittadina della provincia di Kharkov. Tratto da [162], pagina 168.

Figura 10.12. Stemma dell'Oblast di Akmolinsk. Tratto da [162], pagina 196.


Figura 10.13. Stemma dell'Oblast di Semirechensk. Tratto da [162], pagina 199.

Figura 10.14. Stemma di Olviopol, cittadina della provincia di Kherson. Tratto da [162], pagina 110.

Figura 10.15. Stemma di Mariupol, città della provincia di Ekaterinoslavsk. Tratto da [162], pagina 89.

Figura 10.16. Stemma di Kishinev e della provincia di Basarabia. Tratto da [162], pagina 67.

Figura 10.17. Stemma della provincia di Tiflis. Tratto da [162], pagina 191.

Figura 10.18. Stemma di Izmail, cittadina della provincia di Basarabia. Tratto da [162], pagina 58.

Figura 10.19. Stemma di Khotin, cittadina della provincia di Basarabia. Tratto da [162], pagina 162.


Figura 10.20. Stemma di Nikolayev, una città nella provincia di Kherson. Tratto da [162], pagina 102.

Figura 10.21. Stemma di Gorodnya, città della Provincia di Chernigov. Tratto da [162], pagina 42.

Figura 10.22. Stemma di Vinnitsa, città della provincia di Podolsk. Tratto da [162], pagina 32.



Figura 10.23. Stemmi polacchi e lituani. Tratto da [162], pagina 213.

7) La città e la provincia di Uralsk. Lo stemma fu ratificato il 5 giugno 1878, fig. 10.7. La descrizione dello stemma ci dice quanto segue: “Vediamo tre colline d'argento dentro un campo verde [sembrano tumuli o piramidi egiziane – Aut.], e sopra di esse i seguenti oggetti: una mazza d'oro al centro, e stendardi dorati a sinistra e a destra coronati da mezzelune e punte di lancia dello stesso colore” ([162]). Si può quindi vedere che gli stendardi dei cosacchi degli Urali erano coronati da mezzelune. A proposito, le punte di lancia che vediamo su questo stemma somigliano molto, nella loro disposizione, alla solita croce o stella, cosa che ci si dovrebbe giustamente aspettare da un simbolo ottomano. Questo fatto è del tutto naturale per un simbolo ottomano = atamano, ma davvero sorprendente dal punto di vista della storia dei Romanov. Nel caso dei cosacchi di Zaporiggia, la stella e la mezzaluna possono essere “spiegate” dai loro stretti rapporti con il sultano turco nel XVII-XVIII secolo; tuttavia, la loro presenza sugli stendardi dei cosacchi degli Urali e dello Yaik è del tutto inspiegabile. Nel XVII-XVIII secolo non esistevano collegamenti diretti tra la regione degli Urali e la Turchia. Ciò che vediamo deve essere un'antica prova delle origini Ottomane = Atamane dei cosacchi degli Urali e di Yaik, il che è spiegato perfettamente bene dalla nostra ricostruzione, che sostiene che gli Ottomani = Atamani provenissero dalla Russia, ossia dall'Orda, vedi Cronologia5, e non dall’Asia Minore, come la storia di Scaligero e dei Romanov cerca di convincerci. Apparvero in Asia Minore nel XIV-XV secolo, arrivandoci come conquistatori.

8) La città di Starokonstantinov nella provincia di Volynsk. Lo stemma fu ratificato il 22 gennaio 1796. Contiene la stella e la mezzaluna nella loro forma originale. Vediamo ancora una volta l'oro su un campo rosso (vedi fig. 10.8).

9) La città di Tsarev nella provincia di Astrakhan. Lo stemma fu ratificato il 20 giugno 1846. Croce e mezzaluna; oro contro rosso ancora una volta (vedi fig. 10.9). Quelli erano i colori degli stendardi del Sultano: una stella dorata e una mezzaluna su campo rosso. A proposito, nella parte superiore dello stemma si vedono una scimitarra e una corona; il contorno del simbolo ricorda la stessa stella e mezzaluna, con la differenza che la mezzaluna si è trasformata in una scimitarra e la stella in una corona. La corona ha sei protuberanze, proprio come le sei punte della stella. Sembra proprio essere un'altra versione dello stesso simbolo.

10) La provincia di Orenburg. Lo stemma fu ratificato l'8 dicembre 1856. Vediamo una mezzaluna dorata rivolta verso il basso su un campo rosso, con una croce dorata a sei punte al suo interno (vedi fig. 10.10).

11) La città di Chougouyev nella provincia di Kharkov. Lo stemma fu ratificato il 21 settembre 1781. Contiene tre mezzelune d'argento contro una striscia rossa e due scimitarre incrociate (vedi fig. 10.11). Vediamo ancora una volta la ben familiare mezzaluna (tre in questo caso) accompagnata da una croce (la stella).

12) La provincia di Akmolinsk. Lo stemma fu ratificato il 5 luglio 1878. Vediamo un'altra mezzaluna dorata (vedi fig. 10.12).

13) La provincia di Semirechensk. Lo stemma fu ratificato il 5 luglio 1878. Vediamo una mezzaluna dorata rovesciata su un campo rosso (vedi fig. 10.13). Ricordiamo ai lettori che questa provincia era abitata dai cosacchi di Semirechensk.

14) La città di Olviopol nella provincia di Kherson. Lo stemma fu ratificato il 6 agosto 1845. Contiene una mezzaluna in campo azzurro, vedi fig. 10.14.

15) La città di Mariupol nella provincia di Ekaterinoslavsk. Lo stemma fu ratificato il 29 luglio 1811. Vediamo una mezzaluna rivolta verso il basso in campo nero, con sopra una croce dorata a sei punte (vedi fig. 10.15).

16) La città di Chisinau. Lo stemma fu ratificato il 5 luglio 1878; è anche lo stemma della provincia basarabica. Contiene una mezzaluna. Inoltre, la stella tra le corna del toro somiglia molto al simbolo della stella e della mezzaluna; è risaputo che le corna potrebbero simboleggiare la mezzaluna (vedi fig. 10.16).

17) La provincia di Tiflis. Lo stemma fu ratificato il 5 luglio 1878. Presenta una mezzaluna e una croce nella parte superiore (vedi fig. 10.17).

18) La città di Ismail nella provincia di Basarabia. Lo stemma fu ratificato il 2 aprile 1826. Vediamo una mezzaluna in campo rosso e una croce in alto (vedi fig. 10.18).

19) La città di Khotin nella provincia di Basarabia. Lo stemma fu ratificato il 2 aprile 1826. Contiene una mezzaluna sormontata da una croce (vedi fig. 10.19).

20) La città di Nikolayev nella provincia di Kherson. Lo stemma fu ratificato il 3 ottobre 1808 (vedi fig. 10.20). A quanto pare vediamo una mezzaluna trasformata in un incensiere, con sopra una croce luminosa. I raggi dell'alone ricordano una stella ottagonale.

21) La città di Gorodnya nella provincia di Chernigov. Lo stemma fu ratificato il 4 luglio 1782 (vedi fig. 10.21). Vediamo un'ancora nera e tre stelle in campo rosso. L'ancora assomiglia notevolmente ad una mezzaluna con un'asta verticale attaccata ad essa; l'asta e le tre stelle formano una croce. L'antico stemma potrebbe essere costituito originariamente da una mezzaluna e da una croce (o da una stella), che in seguito si trasformò in un'ancora. In questo caso l'ancora appare estremamente inappropriata, visto che l'intera provincia di Chernigov si trova a notevole distanza dal mare. Qui, come in ogni altra parte della Russia, ci sono naturalmente dei fiumi. Tuttavia, se fosse stato consuetudine che le città che si trovavano lungo i fiumi avessero un'ancora sul proprio stemma, la maggior parte delle città russe avrebbero stemmi con ancore, ma non è così. L'ancora molto spesso simboleggia un porto marittimo, e la città di Gorodnya nella provincia di Chernigov chiaramente non lo è.

22) La città di Vinnitsa nella regione di Podolsk. Lo stemma fu ratificato il 22 gennaio 1796 (vedi fig. 10.22). Nella descrizione dello stemma troviamo quanto segue: “Una canna da pesca d'oro [? – Aut.] con due estremità sporgenti su entrambi i lati” ([162]). Ciò che vediamo sullo stemma è chiaramente una forma un po' distorta della stella (croce) e della mezzaluna; ancora una volta vediamo l'oro su un campo rosso.

23) Gli stemmi polacchi e lituani rappresentati in una tabella [162]. La tabella contiene un totale di 49 stemmi (vedi fig. 10.23). Quattro di essi contengono mezzelune distintamente visibili; vediamo un ferro di cavallo su altri quattro, forse un sostituto. Oltre agli stemmi sopra menzionati, contenenti esplicite mezzelune con croci o stelle, ci sono molti stemmi in cui questo simbolo si è trasformato in altri oggetti. La mezzaluna veniva spesso sostituita da una scimitarra, da un'ancora o addirittura da un incensiere, con un cuscinetto nella parte inferiore. Talvolta la stella si trasfigurava in una corona.


Figura 10.24. Stemma di Vindava, cittadina nella provincia della Curlandia. Tratto da [162], pagina 31.

Figura 10.25. Stemma della città di Astrakhan. Tratto da [162], pagina 6.

Figura 10.26. Stemma di Gorodishche, villaggio nella provincia di Kiev. Tratto da [162], pagina 207.

Figura 10.27. Stemma di Derpt (Youriev), una cittadina nella provincia del Lifland. Tratto da [162].

Figura 10.28. Stemma di Novgorod-Seversk, città nella provincia di Chernigov. Tratto da [162], pagina 103.

Figura 10.29. Stemma di Kovel, città della provincia di Volynsk. Tratto da [162], pagina 69. |

24) La città di Vindava nella provincia di Curlandia. Lo stemma fu ratificato l'11 marzo 1846 (vedi fig. 10.24). Vediamo un corno da caccia in campo rosso, con sopra una croce dorata. La forma dello stemma ricorda in gran parte la solita stella con mezzaluna; a quanto pare, la mezzaluna si era trasformata in un corno.

25) La città di Astrachan. Lo stemma fu ratificato l'8 dicembre 1856 (vedi fig. 10.25). Abbiamo già accennato a questo stemma; la forma della scimitarra ricurva, che vediamo su di essa con una corona sospesa sopra, è molto vicina a quella del simbolo della stella e della mezzaluna.

26) Il villaggio di Gorodishche nella provincia di Kiev. Lo stemma fu ratificato il 4 giugno 1782 (vedi fig. 10.26). Vediamo ancora una scimitarra ricurva, accompagnata questa volta da una stella e non da una corona. Potrebbe essere un'altra versione del simbolo della stella e della mezzaluna?

27) Il comune di Derpt (ex Youriev) nella provincia di Liflandia. Lo stemma è presumibilmente molto antico (vedi fig. 10.27). La descrizione si riferisce a “una stella dorata su di un cancello con una mezzaluna sotto” ([162], pagina 46).

28) La città di Novgorod-Seversk nella provincia di Chernigov. Ancora una volta vediamo una scimitarra curva e una stella (vedi fig. 10.28).

29) La città di Kovel nella provincia di Volynsk. Vediamo tre croci e un ferro di cavallo d'argento; quest'ultima deve essere ancora un'altra versione della mezzaluna (vedi fig. 10.29).

Riproduciamo due antichi disegni di [770]. Nel primo (fig. 10.30) vediamo l’Etmano (Atamano) P. K. Sagaydachniy, un aristocratico ortodosso. Vediamo la mezzaluna ottomana = atamana sotto il suo braccio destro, aa quanto pare una parte delle sue munizioni. Una mezzaluna simile può essere osservata sul suo stemma. Nel secondo disegno (fig. 10.31) vediamo un'assemblea di cosacchi riuniti attorno allo stendardo cosacco con il simbolo della stella e della mezzaluna a sinistra e una croce al centro, con il sole e la luna a destra. Va sottolineato che il simbolo della stella e della mezzaluna potrebbe aver originariamente rappresentato il sole e la luna, i due principali luminari celesti. La stella esagonale o ottagonale avrebbe potuto trasformarsi in una croce a sei o otto punte.


Figura 10.30.
 P. K. Sagaydachniy, un atamano (etmano) cosacco
del XVII secolo di Zaporiggia,
secondo un vecchio disegno.
Vediamo mezzelune ottomane o atamane
che decorano il suo stemma e le sue munizioni.
Tratto da [770].

Figura 10.31.
 Il Consiglio Cosacco (Rada). Copia di un disegno antico.
Vediamo i cosacchi riuniti in cerchio attorno
allo stendardo cosacco con la mezzaluna e la stella.
Tratto da [80:1], Volume 2, pagina 356.
Vedere anche [770].

Il simbolismo cristiano-ottomano (atamano) si dimostrò estremamente resistente e può ancora essere osservato su molti stemmi ed emblemi moderni.

Ad esempio, la guglia dell'Università statale di Mosca è coronata da un grande stemma che assomiglia molto alla stella e alla mezzaluna ottomana = atamana (vedi figure 10.33 e 10.34). Gli architetti moderni devono essere stati inconsapevoli della tradizione che seguivano. Un confronto tra lo stemma che sormonta la guglia della MSU e i tipici simboli ottomani, trovati sulle sommità di molti edifici musulmani, dimostra che sono identici (vedi fig. 10.35 e 10.36). La stessa cosa si può dire dello stemma dell'URSS (vedi fig. 10.37) e del famoso simbolo della falce e martello (vedi fig. 10.38). Infatti, sono tutti delle versioni diverse dell’antico simbolo cristiano: la stella e la mezzaluna, o la mezzaluna con la croce.


Figura 10.32.
 Alcuni antichi stemmi cechi e slovacchi ([998]).
Sulla maggior parte di essi vediamo mezzelune
e stelle ottomane o atamane.
Per ogni città è indicata la data più antica,
che si riferisce o alla sua fondazione,
menzionata per la prima volta nelle cronache,
oppure alla costruzione (ricostruzione) di qualche edificio della città.
Dati presi dall'enciclopedia ([998]).

Figura 10.33. 
Stemma in cima alla guglia dell'Università Statale di Mosca.
È praticamente identico alla stella e alla mezzaluna
ottomana (atamana).

Figura 10.34.
 Un primo piano dello stemma in cima
alla guglia della MSU
con la stella e la mezzaluna ottomane.


Figura 10.34b. 
Veduta della mezzaluna con
la stella sulla guglia
dell'Università Statale di Mosca nel 2012.


Figura 10.34c.
 La mezzaluna con la stella sulla guglia
di un grattacielo “stalinista”
sul Lungofiume Krasnokholm a Mosca.
Foto del 2014.


Figura 10.35. 
La croce ottomana (atamana), ovvero la stella e la mezzaluna,
sulla cupola della fontana per le abluzioni
nella Moschea Mohammed Ali, al Cairo.
Tratto da [370], pagina 46.



Figura 10.36.
 La stella e la mezzaluna ottomana (atamana)
sulla moschea di Luxor in Egitto.
Tratta da [2], pagina 59

Figura 10.37.
 L'emblema di stato dell'URSS
sulla moneta di un rublo coniata nel 1972.
Probabilmente si tratta di una modifica
della stella e della mezzaluna ottomane.

Figura 10.38. 
Il simbolo della falce e del martello,
che divenne onnipresente
in Russia dopo il 1917.
Può anche essere considerato
una modifica
del simbolo della stella
e della mezzaluna.



Figura 10.39. 
Croce fiorita del XVI-XVII secolo.
Vediamo la mezzaluna ottomana
con una stella cruciforme.
Tratta da [107], pagina 166.

Secondo gli storici “non esiste ancora una risposta certa, alla domanda sull'origine della mezzaluna alla base delle croci delle chiese, un dettaglio tanto vistoso quanto intrigante. Tali croci adornate di una mezzaluna, possono essere viste sulle cupole della cattedrale di Blagoveshchenskiy… La posizione della mezzaluna viene solitamente interpretata come simbolo della supremazia del cristianesimo sull’Islam; tuttavia, le fonti letterarie antiche non ci danno alcun motivo per giungere a una simile conclusione, soprattutto considerando che l'uso di tali croci non aveva portato alla persecuzione dei cristiani durante il giogo mongolo e tartaro” ([107], pagina 166). Nella fig. 10.39 vediamo la cosiddetta “croce fiorita”, in voga nell'epoca del XVI-XVII secolo, con tanto di stella ottomana e mezzaluna al centro.

Figura 10.40. 
Croci con mezzelune ottomane (atamane) sulle cupole
della cattedrale Verkhospasskiy del Cremlino di Mosca.
Secondo la nostra ricostruzione,
il simbolo della stella e della mezzaluna era uno dei simboli più importanti
del Grande Impero Mongolo.
Tratta da [550], pagine 114-115.



Figura 10.41.
 Ingrandimento delle numerose croci
che decorano le cupole
della cattedrale Verkhospasskiy del Cremlino.
La parte superiore della croce ricorda
una stella; in generale,
la croce ricorda la stella e la mezzaluna
ottomane = atamane.

Figura 10.42.
 Un primo piano della croce con la mezzaluna ottomana
sul Palazzo Teremnoy del Cremlino.
Tratto da [550], pagina 122.

Figura 10.43.
 Le numerose croci che ricordano la stella e la mezzaluna ottomana (atamana)
sulle cupole del Palazzo Teremnoy del Cremlino.

 

Nelle figg. dalla 10.40 alla 10.43 vediamo le croci adornate con le mezzelune, che sormontano le cupole delle chiese del Cremlino di Mosca; sono senza dubbio delle variazioni dello stesso simbolo della stella e della mezzaluna. È interessante notare che gli ufficiali che avevano prestato servizio nella guardia di Pietro il Grande, indossavano “insegne dorate a forma di mezzaluna sul petto e fasce tricolori intorno alla vita” ([332], pagina 493). La mezzaluna ottomana era ancora utilizzata come parte delle insegne militari in Russia durante l'epoca di Pietro il Grande.

 

 

3. Il titolo russo-turco dello zar moscovita, scritto all'interno di un triplo cerchio.

 

A quale conclusione giungeremmo se vedessimo lo stemma di un qualche stato moderno, costantemente utilizzato insieme allo stemma di un altro stato (su monete, documenti ufficiali, ecc.), entrambi all'interno di un'unica circonferenza? Molto probabilmente considereremmo i due Stati in questione come stretti alleati, una federazione o qualcosa del genere.

Questo ci porta alla seguente osservazione fatta dal barone Sigismund Herberstein, un famoso autore del XVI secolo e inviato degli Asburgo in Russia. Era un intenditore di stemmi e titoli. Scrive quanto segue nel suo resoconto dei Gran Principi moscoviti regnanti della sua epoca: “Hanno un'antica tradizione di circoscrivere i loro titoli con un triplo cerchio racchiuso in un triangolo. Il cerchio superiore conteneva le parole “Nostro Signore, la Santissima Trinità [seguita da una formula ecclesiastica cristiana standard – Aut.]. Il secondo cerchio conteneva il titolo dell'imperatore turco e la frase "al nostro amato fratello". All'interno del terzo c'era il titolo di Gran Principe di Mosca, quello che veniva proclamato Zar, erede e signore dell'intera Russia orientale e meridionale” ([161], pagina 75).

I commentatori moderni aggiungono che questo modo di trascrivere il titolo del Gran Principe di Mosca è noto solo dalla fine del XV secolo, a causa degli “stretti legami con il Sultano” ([161], pagina 301). Vale a dire, dalla conquista ottomana di Zar Grad e dalla frammentazione dell’Orda d’Oro nel 1480. Si può trarre la conclusione ovvia che la Russia, ossia l'Orda, si divise in due stati che erano stati abbastanza vicini l'uno all'altro, da far sì che il titolo di monarca di uno stato fosse sempre accompagnato dal titolo dell'altro. Bisogna anche notare che la formula sopra menzionata sottolineava, ovviamente, l'unità religiosa dei due Stati: la Turchia e la Russia.

 

 

4. Il Monastero di Ouspenskiy in Crimea. La storia dei khan di Crimea viene interpretata correttamente?

 

Lo stato dei khan di Crimea fu fondato nel XV secolo, l'epoca della conquista ottomana = atamana. La cittadella di Kyrk-Or era stata la loro prima capitale; oggi è conosciuta come Choufout-Kale (vedi [54], pagina 37, e [164], pagina 67). Un po' più tardi, i khan trasferirono la loro residenza nella vicina Bakhchisaray. Il monastero ortodosso di Ouspenskiy, molto famoso nel Medioevo, fu fondato contemporaneamente allo stato dei Khan di Crimea, proprio accanto alla cittadella Kyrk-Or (vedi fig. 10.44). "Alla fine del XV secolo, dopo la conquista turca della Crimea nel 1475, il monastero Ouspenskiy divenne la residenza del metropolita e un importante centro del cristianesimo ortodosso in Crimea" ([54], pagina 38). Il concetto consensuale dei Khan di Crimea, come nemici della Chiesa ortodossa, fa sembrare molto strano che i khan possano tollerare l'esistenza di un monastero ortodosso proprio accanto alla loro capitale. Tuttavia, Andrei Lyzlov, uno storico russo del XVII secolo, riporta quanto segue sul primo Khan di Crimea, Hadji-Girey (XV secolo): “E così avvenne che Achi-Girey [Hadji-Girey – Aut.] pregò la Madonna, chiedendo aiuto nella guerra che aveva intrapreso contro i suoi nemici [nel monastero Ouspenskiy], promettendo di fare sontuosi sacrifici e di onorare la sua immagine. Aveva introdotto la seguente usanza: ogni volta che il suo esercito tornava vittorioso, il cavallo migliore, o due cavalli, venivano venduti per comprare cera e ricavarne abbastanza candele per un anno intero. I suoi eredi avevano seguito la stessa usanza per molto tempo” ([54], pagina 38). In realtà, il nome Girey potrebbe derivare dalla parola russa “geroy” (eroe).

È molto simile alla Istanbul del XV-XVI secolo. A quanto pare i Khan di Crimea, così come i sultani Ottomani = Atamani, erano ancora ortodossi, o almeno cristiani e vicini alla fede ortodossa. Il monastero Ouspenskiy, fondato nelle immediate vicinanze della loro capitale, mantenne stretti legami con la Russia fino all'usurpazione del potere da parte dei Romanov: “Il monastero Ouspenskiy è spesso menzionato nelle fonti del XVI-XVII secolo; aveva avuto stretti rapporti con la Russia” ([54], pagina 38). Gli zar russi Fyodor Ivanovich e Boris Fyodorovich Godunov, hanno inviato decreti al monastero (ibid). Il famoso viaggiatore turco Evlia Celebi, visitò queste parti nel XVII secolo. Descrive la vecchia città di Salachik, situata in fondo a una gola; il monastero Ouspenskiy sorge su uno dei pendii della stessa gola. Il monastero è posizionato in modo unico su una roccia verticale, parzialmente scavata al suo interno.


Figura 10.44.
 Il Monastero Ouspenskiy in Crimea.
Un'incisione del XVIII secolo.
Presa da [165].

Questo è ciò che il viaggiatore turco ci racconta di Salachik: “È un'antica città composta da circa 300 belle case decorate con tetti di tegole. Tutte queste case sono costruite in pietra, con decorazioni, costruite in modo eccellente e robusto, alla vecchia maniera. Ai piedi delle colline rocciose, ci sono diverse centinaia di caverne abitate. Queste abitazioni rimangono molto fresche a luglio e calde d'inverno. Ci sono cinque appezzamenti di terreno e cinque templi con cinque minareti, costruiti in stile antico”. Citazione fornita in conformità con [165]; vedere anche [164], pagina 122.

Riconosciamo immediatamente il monastero Ouspenskiy, dalla descrizione di Evlia Celebi (cinque templi con minareti). Il monastero Ouspenskiy comprendeva infatti cinque chiese: “c'erano cinque chiese qui, all'inizio del XX secolo” ([165]). D’altronde, la stessa descrizione si riferisce molto chiaramente alle moschee con minareti frequentate dai turchi musulmani, anche se “costruite in vecchio stile”. Così, il viaggiatore turco del XVII secolo riconobbe le chiese ortodosse come moschee, legittimamente costruite in stile antico. È proprio su questo che insistiamo nella nostra ricostruzione, cioè che la religione dei cristiani ortodossi era molto vicina a quella degli Ottomani = Atamani. È del tutto evidente che gli storici odierni non hanno il diritto di presumere che Celebi si riferisca al monastero Ouspenskiy, nonostante la sua descrizione sia perfettamente chiara e le implicazioni siano perfettamente evidenti, nonostante il fatto che anche la natura cavernosa del luogo, è descritta in modo abbastanza esplicito. Inoltre, la menzione di Celebi dei “cinque appezzamenti di terreno” si riferisce ovviamente alle cinque scogliere sulle quali fu costruito il monastero Ouspenskiy. Nonostante tutto quanto sopra, gli storici hanno cercato di trovare tracce di moschee musulmane nel significato moderno, ma invano. Quindi decisero che tutti gli edifici musulmani di Salachik fossero moschee; tuttavia, ce ne sono solo due e non cinque: il mausoleo Hadji-Girey e la scuola musulmana, e nessuno dei due assomiglia minimamente a una moschea ([165]).

I lettori potrebbero interrogarsi sulle cronache e i documenti conservati nel monastero e sulla possibilità che contengano registrazioni delle interazioni tra il monastero ortodosso e i Khan di Crimea. Visto che il monastero era stato ortodosso, i documenti ivi conservati dovettero essere venuti a conoscenza del pubblico russo, dopo la conquista della Crimea da parte delle truppe russe nel XVIII secolo. I monaci del monastero dovevano possedere anche importanti informazioni sulla storia della Crimea, precedentemente sconosciute ai russi. È molto edificante conoscere il destino del monastero dopo la conquista della Crimea, quando ancora non faceva ufficialmente parte della Russia. Questo è un perfetto esempio di come è stata scritta la storia dei Romanov.

Apprendiamo quanto segue. Subito dopo la conquista della Crimea da parte dell’esercito russo, “il conte Roumyantsev, comandante dell’esercito russo in Crimea, aveva offerto al metropolita Ignatij e a tutti i cristiani di Crimea, di trasferirsi sulle rive del Mare di Azov in Russia… La migrazione era stata supervisionata da A.V. Souvorov… Il suo esercito ha scortato un gruppo di 31.386 persone. Questa azione costò al governo russo 230mila rubli” ([54], pagina 38). Tutto quanto sopra accadde nel 1778. Il monastero Ouspenskiy era deserto; lì non c'era rimasto nemmeno un prete ([54], pagina 39). La Crimea divenne parte dell'impero russo dei Romanov cinque anni dopo, nel 1783. Sarebbe naturale aspettarsi che i cristiani ortodossi della Crimea, o almeno una parte di essi, tornassero in patria e facessero rivivere il monastero.

Questo non è mai successo. Il monastero Ouspenskiy fu chiuso e rimase chiuso per 80 anni, almeno fino al 1850. Chiunque avesse potuto ricordare qualcosa della vera storia di queste parti, a quel punto sarebbe già morto. In altre parole, i Romanov hanno di fatto messo in quarantena il monastero per molto tempo, nonostante fosse un centro culturale della Crimea. A quanto pare, in quel periodo i Romanov erano impegnati a distruggere gli ultimi resti dell'Orda nel sud della Crimea. Dovevano aver temuto anche il ritrovamento di documenti e libri che contraddicessero la versione romanoviana della storia russa e di Crimea del XV-XVII secolo.

Ottant'anni dopo, nel maggio del 1850, il Santo Sinodo emanò un decreto per far rivivere il monastero ([54], pagina 39). Il monastero fu riaperto; ovviamente, nessun ex residente di queste parti è rimasto in vita. I documenti e i libri nascosti rimasero introvabili; il resto deve essere stato distrutto. Questa incredibile campagna dei Romanov per l’obliterazione della memoria storica, porta ad alcune pesanti riflessioni. Hanno distrutto i documenti, le cronache e i dipinti nelle chiese e nei monasteri della Russia centrale, vedi sotto. Per quanto riguarda le lontane province dell’impero, iniziarono semplicemente le migrazioni di massa dei loro ex abitanti, che potrebbero aver iniziato a raccontare la verità sulla vita precedente della Russia, quando era ancora conosciuta come Orda. Il centro culturale ortodosso della Crimea venne distrutto non appena riuscirono a raggiungerlo, ancor prima che la Crimea diventasse parte della Russia. Tutti i preziosi documenti storici che vi si potevano trovare, sono scomparsi senza lasciare traccia. Inutile dire che gli affreschi, le iscrizioni e le opere d'arte avevano subito un destino simile. Tutto è stato scalpellato e distrutto. Se i Romanov fossero riusciti a ritagliare gli affreschi delle cattedrali Arkhangelskiy e Ouspenskiy del Cremlino di Mosca nel XVII secolo, sarebbe molto ingenuo pensare che avrebbero risparmiato la lontana Crimea conquistata dall'esercito russo.


Figura 10.45. 
L'interno del sepolcro del khan di Bakhchisaray.
Tratto da [505].

La portata delle azioni punitive intraprese contro i resti dell'ex impero dell'Orda in generale e le testimonianze storiche sopravvissute, conservate in particolare nel monastero ortodosso Ouspenskiy, si riflette nel fatto seguente. Dopo l'esilio dei contadini di Crimea nel 1778, “i cristiani ortodossi rimasti in Crimea si rivolsero a Shagin-Girey, l'ultimo Khan di Crimea, chiedendogli di trovare loro un prete. Il Khan riuscì a convincere Konstantin Spirandi, un prete greco sbarcato sulla sponda meridionale della Crimea, a svolgere servizi nel monastero di Ouspenskiy; gli era costato un grande sforzo e fu persino costretto a minacciare il prete di incarcerarlo” ([165] e [54], pagina 39). Il tentativo del Khan di Crimea di salvare il monastero Ouspenskiy fu vano: dopo l’annessione della Crimea all’impero russo-ortodosso, il monastero ortodosso di Ouspenskiy fu immediatamente chiuso per una “quarantena” di ottant’anni.

Un altro fatto degno di nota è che i sepolcri dei Khan di Crimea a Bakhchisaray erano racchiusi in speciali involucri (vedi fig. 10.45). Questi sono sorprendentemente simili alle casse attorno alle tombe degli zar russi nella cattedrale dell'Arcangelo del Cremlino. Questi ultimi furono installati dai Romanov nel XVII secolo, per ragioni che verranno spiegate in dettaglio più avanti. Al giorno d'oggi non c'è una sola traccia di quelle casse in nessuna parte di Bakhchisaray, per non parlare delle tombe dei Khan di Crimea. Tutto era stato completamente distrutto. È così che i Romanov hanno fatto la storia: non si sono fermati davanti a nulla.

 

5. Come chiamavano i Turchi le loro scimitarre?

 

Jalal Assad, lo storico turco, ci racconta quanto segue nel suo rapporto sulla presa di Costantinopoli: “uno dei turchi aveva usato il suo scudo e la sua pala (una scimitarra ricurva con una lama larga) per scalare le mura” ([240]), pagina 53. Pertanto, la parola turca per scimitarra era “pala”, molto probabilmente, un’antica forma della parola russa “palka” (bastone). Ciò può servire come ulteriore prova che conferma l'esistenza degli stretti legami tra Russia e Turchia nel XV secolo, l'epoca della conquista di Costantinopoli.